L’importanza della simulazione nell’emergenza-urgenza
L’importanza della simulazione nell’emergenza-urgenza
I medici e gli operatori di emergenza-urgenza si trovano in numerose circostanze a gestire eventi imprevedibili e complessi, caratterizzati da tempi imposti ed incalzanti, ad affrontare sfide e difficoltà dovute alla presenza di pazienti con
patologie acute, che richiedono un trattamento immediato; ciò rappresenta un fattore di rischio elevato se non si possiedono competenze appropriate o specifiche doti cognitivo- comportamentali per affrontare determinati contesti critici, in cui è necessario un programma di formazione adeguato per sviluppare versatilità, capacità decisionali e di comunicazione, capacità di affrontare le problematiche cliniche poco usuali e difficili.
La simulazione è una valida strategia per la formazione sanitaria, una medicina sempre più evidence-based, permettendo di operare in un contesto sicuro, attraverso simulazioni che sfruttano la realtà virtuale.
È una tecnica di formazione del personale sanitario che si avvale di scenari clinici simulati, consentendo ai partecipanti (medici, infermieri ed altri professionisti) di sentirsi “immersi” in una vera condizione clinica, di rispondere ai problemi che potrebbero incontrare nell’ambiente lavorativo, di poter commettere errori e imparare da essi senza rischi per il paziente, trasferendo le abilità e le conoscenze acquisite nelle situazioni reali. Un’esperienza formativa basata sul meccanismo dell’osservazione, dell’imitazione e, dunque, della simulazione, costituisce strumento imprescindibile e privilegiato in grado di garantire un alto livello di fedeltà psicologica e fisica alla realtà.
L’elevato realismo dello scenario è creato dall’utilizzo di una tecnologia innovativa, attraverso sofisticati manichini a grandezza naturale (in scala reale o full-scale) gestiti da computer, in grado di riprodurre i segni fisiologi normali e patologici e di rispondere ai trattamenti.
La simulazione offre numerosi vantaggi: eseguire manovre in tutta sicurezza, sia ambientale sia per il “paziente” (il simulatore); sbagliare senza danni per nessuno; ripetere più volte le stesse manovre e gli stessi scenari; proporre scenari di eventi rari; fornire un immediato feedback ai partecipanti e valutare la performance degli stessi prima di passare al trattamento dei pazienti e all’esecuzione di manovre invasive.
Un ruolo centrale nell’ambito del percorso di formazione è svolto dall’istruttore, definito anche facilitatore perché in grado di motivare il partecipante, di fargli comprendere l’importanza dell’impegno, di aiutarlo a potenziare l’apprendimento e accompagnarlo nelle fasi successive in veste di “guida”, di “maestro”, di valutare la sua formazione e il raggiungimento degli obiettivi prefissati. L’istruttore basa il percorso di formazione sull’apprendimento di abilità tecniche (technical skills), non tecniche (non-technical skills) e cliniche (clinical skills). Le prime insegnano come eseguire una manovra e a saperla eseguire in un contesto dinamico in cui occorre prendere decisioni rapide; le seconde insegnano il lavoro di squadra, la capacità di relazione interpersonale, di leadership e di comunicazione, la consapevolezza della situazione, la gestione dell’ansia e della confusione e la capacità di prendere decisioni; le terze insegnano ad operare su più livelli di difficoltà e su differenti quadri clinici. Durante la formazione è utile la fase di debriefing che incoraggia il pensiero riflessivo, attraverso l’analisi dello scenario (solitamente tramite proiezione di un filmato), la discussione delle proprie impressioni e reazioni, un breve riassunto dei concetti chiave emersi.
Nei corsi BLS (Basic Life Support) dell’American Heart Association l’obiettivo è quello di formare personale alle manovre di rianimazione cardiopolmonare, all’utilizzo di un defibrillatore semiautomatico, al tempestivo intervento in caso di soffocamento. Mentre nei corsi ACLS (Advanced Cardiovascular Life Support) viene insegnata la gestione avanzata delle vie aeree, la somministrazione di ossigeno, la gestione dell’accesso venoso ed intraosseo, il trattamento dei ritmi periarresto, dell’arresto cardiaco, delle sindromi coronariche acute e dell’ictus. In questo corso i simulatori prevedono sempre componenti di base: monitor paziente per visualizzare tracce di parametri vitali e mostrare le immagini per la diagnostica o le cartelle cliniche, computer con software di controllo per impartire ordini al manichino ed inviare i dati al monitor per variare i parametri vitali, unità di collegamento per gestire e indirizzare il traffico dati tra computer principale, manichino e monitor.
La simulazione rappresenta, pertanto, una pratica utile ad insegnare, apprendere e valutare le abilità cliniche, migliorare la qualità dell’assistenza e garantire la sicurezza del paziente. Al termine del percorso formativo i partecipanti dovrebbero essere sicuri di sé, dovrebbero sentirsi in grado di svolgere attività senza errori e credere nelle loro capacità, dovrebbero essere in grado di saper applicare le migliori conoscenze disponibili, raccogliere ed elaborare le informazioni, prendere decisioni corrette in vari contesti e adottare atteggiamenti che assicurino il rispetto per la persona e costruiscano una relazione di aiuto.
Dott. Fausto D’Agostino
Specialista in Anestesia e Rianimazione
Direttore ITC AHA Centro Formazione Medica
www.centroformazionemedica.it