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Primo Soccorso e Nuove Tecnologie: intervista al Dott. D’Agostino su RAI1

Intervista al Dott. Fausto D’Agostino su RAI 1 nella trasmissione UnoMattina Estate il giorno 23.08.2024.

 

Continua il nostro corso di primo soccorso estivo, oggi vi parleremo di come le nuove tecnologie aiutano nelle situazioni di emergenza, è con noi il dottor Fausto D’Agostino, benvenuto!

Buongiorno a tutti

Dottor D’Agostino lei organizza dei corsi di primo soccorso, in che modo le nuove tecnologia stanno cambiando questo settore?

L’uso delle innovazioni tecnologiche sicuramente aiuta a gestire l’emergenze mediche in modo più rapido ed efficiente.

Anche nell’ambito della didattica, in particolare nei corsi di primo soccorso, le tecnologie consentono di preparare al meglio i soccorritori.

Ormai i manichini sono a grandezza naturale, ad alta fedeltà, possono parlare, muovere le palpebre, la testa, sudare, riprodurre il battito cardiaco, possono espandere il torace simulando gli atti respiratori ecc ecc… ciò fa si che chi partecipa ai corsi può interagire con pazienti robot.

Nei corsi che svolgo con la mia Associazione Centro Formazione Medica usiamo simulatori tecnologici con integrati sistemi di monitoraggio delle manovre, cosi ci indicano se esse vengano eseguite correttamente con dei segnali sonori o visivi.

Un altro aspetto, improntato ad una chiara innovazione nel campo della formazione è l’utilizzo della realtà virtuale ed aumentata, che permette indossando semplicemente un visore di trovarsi catapultati in uno scenario che riproduce fedelmente quello reale.

Ho letto che sono in sviluppo degli smartphone che rilevano gli incidenti stradali e allertano automaticamente i soccorsi… a che punto siamo? Se ogni cellulare avesse questo “allert” i soccorsi sarebbero indubbiamente più veloci…

 Gli smartphone sono diventati dei veri e propri strumenti salvavita, grazie alla loro semplicità sono ideali nei casi di emergenza.

Si esatto, c’è una app capace di rilevare automaticamente gli incidenti gravi, attivare il soccorso, ed inviare la posizione esatta dell’incidente attraverso l’utilizzo dei sensori presenti nello smartphone e algoritmi di intelligenza artificiale. Ci permette cosi, di eliminare eventuali sbagli di comunicazione dovuti al panico del momento e far arrivare con rapidità i soccorritori sulla scena.

Ormai esiste un’applicazione per quasi ogni necessità: esempio App che indicano la posizione del defibrillatore più vicino per poterlo utilizzare il più velocemente possibile.

Nelle situazioni di emergenza il tempo è vita.

Ci sono anche strumenti che aiutano chi ha delle disabilità, come leggiamo da quest’altro articolo nel quale si parla di un avatar che aiuta chi è sordo a chiamare i soccorsi. In futuro chiedere aiuto in caso di emergenza sarà più facile e accessibile per tutti? 

Si tratta di un avatar capace di comprendere e produrre la lingua dei segni per dare un aiuto immediato ed efficace alle persone sorde, in caso di emergenza, grazie all’intelligenza artificiale.

La persona dopo aver chiamato il numero di soccorso per persone sordomute, riceve un link sul proprio smartphone che gli permette di interagire con  un assistente virtuale. L’avatar poi passerà le informazioni ad un vero operatore.

Per aiutare le persone sordomute o chi non è in grado di comunicare in italiano, è presente anche un app che attiva una chat scritta con traduttore linguistico automatico.

Quindi chiedere aiuto in caso di emergenza oggi e nel futuro sarà sempre più semplice e accessibile.

Non sono una novità i cosiddetti dispositivi “salvavita”. Sono dei piccoli congegni – che possono avere anche la forma di un orologio – con i quali chiamare soccorso semplicemente premendo un pulsante. molto utili per chi, ad esempio, è anziano e vive da solo. Quali sono le ultime innovazioni in questo campo e cosa ci riserva il futuro prossimo?

Oramai basta un’occhiata al polso per avere informazioni, con orologi all’avanguardia, sul nostro stato di salute. Non mi riferisco solo a quante calorie bruciamo, quanti passi facciamo o quanto pesiamo, ma anche a parametri medici importanti.

Alcuni orologi consentono di avviare chiamate di emergenza con un semplice tasto e comunicare la posizione; consentono di eseguire un tracciato ECG per diagnosticare più velocemente ad esempio un infarto.

Non solo smartphone, orologi ma anche dispositivi indossabili sul torace che permettono il controllo dei parametri vitali da remoto e sensori impiantati nel corpo che possono controllare il battito cardiaco e mandare sms di alert al medico

Tutto ciò non è fantascienza, ma è realtà.

Un aiuto può arrivare anche dal cielo, ricorriamo ancora una volta alla rassegna stampa: “defibrillatori: i droni li consegnano prima delle ambulanze.

 I droni non fanno solo foto ma possono salvare vite, trasportando vaccini, farmaci e aiuti medici più velocemente di molte altre opzioni. La loro efficacia è stata dimostrata nel periodo di pandemia da COVID-19.

Un altro uso dei droni è quello di consegnare i defibrillatori, così da eliminare il ritardo dovuto al traffico su strada.

Inoltre, non sono solo macchine da trasporto, possono anche dare istruzioni ai passanti su come fare la rianimazione, usare il defibrillatore e possono controllare le manovre attraverso una videocamera.

Ovviamente è fondamentale che la cittadinanza conosca e sia stata sensibilizzata alle manovre di rianimazione cardiopolmonare.

So che oggi ha portato uno strumento  di ultima generazione utilizzato nei corsi di primo soccorso… un visore, di cosa si tratta?

 Come dicevo prima, una innovazione nel campo della formazione è l’utilizzo della realtà virtuale.

Consiste nella completa immersione del discente in una scenografia artificiale/virtuale creata dal computer che riproduce l’immagine del paziente, degli oggetti e dell’ambiente circostante, ciò si realizza con visori particolari.

È uno strumento prezioso sia per principianti che per i professionisti.

Quello che presentiamo oggi è un visore di realtà virtuale per l’insegnamento della rianimazione cardiopolmonare.

In che modo un accessorio come questo può aiutare chi frequenta un corso di primo soccorso ad apprendere prima alcune manovre, come il massaggio cardiaco ad esempio…

 Con questa tecnologia virtuale immersiva il discente non solo può apprendere le manovre sul manichino, come nei classici corsi di primo soccorso, ma contemporaneamente può essere catapultato in scenari artificiali ad esempio un soccorso su strada, in un centro commerciale, nella piazza delle nostre città, sperimentando le sensazioni che si provano in una vera emergenza nella realtà.

Capiremo meglio ora che lo vedremo

Vediamo allora come funziona… 

Il software segue, durante lo scenario virtuale, gli step della rianimazione cardiopolmonare:

  1. Sicurezza della scena
  2. Verifica dello stato di coscienza
  3. Apertura delle vie aeree
  4. Valutazione del respiro
  5. Chiamata ai soccorsi
  6. Compressioni toraciche e ventilazioni

Lo scenario virtuale come vediamo è una strada ed una persona sdraiata a terra.

STEP 1 SICUREZZA DELLA SCENA

Il soccorritore in questo primo step deve verificare la sicurezza della scena.  Prima di tutto, per evitare che possa succedere qualcosa di grave anche al soccorritore, bisogna valutare se il luogo in cui si trova la vittima sia sicuro. Non si interviene quando le condizioni ambientali sono pericolose.

In questo caso dobbiamo rimuovere i vetri rotti. Premere su »Remove broken glass».  (Rimuovere vetri rotti)

A questo punto la scena è sicura e ci possiamo avvicinare alla persona.

STEP 2 VERIFICA DELLO STATO DI COSCIENZA

Il soccorritore deve valutare la coscienza: ci avviciniamo alla persona e la scuotiamo dalle spalle in maniera energica ma non traumatica e la chiamiamo.

Il paziente non dà segni di coscienza.

STEP 3 APERTURA DELLE VIE AEREE E VALUTAZIONE DEL RESPITO

Il soccorritore, seguendo le indicazioni del software, deve:

  • Aprire le vie aeree, per controllare se le vie aeree sono libere, mettendo una mano sulla fronte e 2 dita sotto il mento, ed estendo indietro la testa (estendi il capo – solleva il mento)
  • valutare per 10 secondi segni di respiro avvicinando la mia guancia al volto della persona, ascolto e sentendo l’eventuale passaggio d’aria, contemporaneamente guardo se il torace e l’addome si alzano e si abbassano.

Poi posizionare la testa nella sua estensione naturale.

La persona quindi non risponde e non respira …

STEP 4 CHIAMATA AI SOCCORSI 1

Il soccorritore deve chiedere aiuto e chiamare i soccorsi con il telefonino se si è da soli (991 se si è negli Stati Uniti, 112 per l’Unione Europea)

Si preme su Call 991 e si ripete il numero sul tastierino virtuale. Si preme poi cornetta verde.

CHIAMATA AI SOCCORSI 2

  1. Durante la chiamata ai soccorsi è necessario essere il più precisi possibile: Selezionare l’opzione dove appaiono più informazioni possibili da dare ai soccorritori, così da preparare il team di emergenza con l’apposito codice colore. “Sono con un uomo sulla 60ina che non respira e non risponde”
  2. E’ necessario selezionare poi l’opzione con più dettagli possibili sul luogo dove è presente la persona così da velocizzare le operazioni. “A Baker Street n.12, in un area alberata e con panchine”

STEP 5 COMPRESSIONI TORACICHE

Si tolgono gli indumenti, esponendo il torace della persona. Si iniziano le 30 compressioni sul paziente virtuale/ manichino.

Per le compressioni bisogna mettere le mani sulla metà inferiore dello sterno, al centro del torace; le mani vanno messe una sopra l’altra, con le dita incrociate; le braccia vanno tenute perpendicolari al terreno ed estese; ci posizioniamo con il busto sopra il torace della vittima.

Comprimiamo il torace in maniera veloce, al ritmo di 2 compressioni al secondo, e  profonda, senza mai interrompere le manovre e senza aver paura di spingere troppo.

Le compressioni devono avere una profondità di 5-6 cm, consentendo che il torace torni alla posizione di partenza dopo ogni compressione.

STEP 6 VENTILAZIONI

Estendere la testa in maniera da aprire la bocca del paziente virtuale, con una mano sulla fronte e l’altra sotto il mento.

Con l’indice e il pollice della mano sulla fronte, chiudiamo il naso della persona.

Simuliamo un soffio dentro la bocca del paziente, per un 1 secondo. Lo ripetiamo 2 volte.

Riprendiamo le compressioni.

STEP 7 ULTIMO CICLO RCP

Si ripete il ciclo di altre 30 compressioni e 2 insufflazioni.

Durante l’ultima insufflazione il paziente riprende coscienza.

Lo scenario è terminato.

Siamo stati bravi, siamo riusciti a rianimare la persona colpita da arresto cardiaco.

 

 

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