PROTOCOLLO TERAPEUTICO PER I PAZIENTI CON SOSPETTA INFEZIONE DA SARS-COV 2
PROTOCOLLO TERAPEUTICO PER PAZIENTI CON SOSPETTA INFEZIONE DA SARS-COV 2 O CON INIZIALE SINTOMATOLOGIA DA COVID-19
LO SCOPO DI QUESTO LAVORO PREVEDE UN COORDINAMENTO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO SUL TERRITORIO, AL FINE DI RIDURRE IN MANIERA SIGNIFICATIVA L’ACCESSO DEI PAZIENTI AFFETTI DA COVID 19 PRESSO LE STRUTTURE OSPEDALIERE E PROPORRE UN PERCORSO DEFINITO, DA FAR SEGUIRE AL SOGGETTO CON SOSPETTA INFEZIONE VIRALE IN ATTO.
La somministrazione dell’ossigeno-ozono-terapia per via endovenosa, eseguita nei pazienti affetti da COVID-19, ha determinato la riduzione della carica virale e l’abbattimento dei sintomi nei soggetti trattati.
Una volta eseguito il tampone, si potrebbe eseguire l’ossigeno-ozono-terapia endovenosa a domicilio, a scopo “ex adiuvantibus”, in maniera da ridurre la possibile carica virale. In caso di positività del tampone, il paziente sarà seguito attentamente e monitorizzato dal Medico di base, che potrebbe attuare terapie di supporto e/o decidere l’ospedalizzazione; in caso di negatività, la terapia sarà sospesa.
L’OZONO, è stato scoperto nel 1783 da M. Van Marum, che aveva segnalato la comparsa di uno strano odore pungente di origine gassosa, in prossimità di apparecchi capaci di dare scariche elettriche. Il primo ozonizzatore fu costruito nel 1857. In campo curativo, viene utilizzato per la prima volta, durante la I guerra mondiale, quando, casualmente, si osservò che un’atmosfera ricca di ozono favoriva la guarigione delle ferite dei soldati.
L’OSSIGENO-OZONO-TERAPIA non ha controindicazioni, se non che la somministrazione per via endovenosa non può essere effettuata nei pazienti affetti da deficit di G6PD (favismo) e da pazienti affetti da ipertiroidismo in fase acuta, tossica; è perfettamente compatibile con le terapie farmacologiche assunte dai pazienti, e favorisce la diffusione dei farmaci, in quanto il microcircolo viene migliorato. Inoltre l’Ossigeno-Ozono Terapia non può indurre allergia, in quanto non è una molecola proteica.
L’ozono, accelerando il processo di glicolisi, garantisce una costante riossidazione del NADH conducendo ad una aumentata sintesi di ATP e quindi di una maggiore risposta alle patologie infiammatorie acute e/o degenerative croniche. Campioni di sangue incubati con miscele di O2/O3 hanno, inoltre, evidenziato un incremento della produzione da parte dei leucociti di linfochine ed in particolare di Interferone γ (IFNγ) e di transforming growth factor (TGF-β1).
I virus avvolti nei lipidi nei mezzi acquosi sono prontamente inattivati dall’ozono attraverso l’ossidazione delle loro lipoproteine e glicoproteine (Akey 1985; Shinriki 1988; Vaughn 1990; Wells 1991; Carpendale 1991).
La somministrazione dell’ossigeno-ozono-terapia per via endovenosa, eseguita nei pazienti affetti da COVID-19, ha determinato la riduzione della carica virale e l’abbattimento dei sintomi nei soggetti trattati. Gli effetti di abbattimento virale dell’ozono nel sangue infetto possono assumere una varietà di meccanismi. Dall’inizio della pandemia, si sono moltiplicati gli articoli riguardanti l’efficacia dell’ossigeno-ozono-terapia, nel trattamento di pazienti affetti da COVID-19. Solo in Italia, la SIOOT (Società Italiana di Ossigeno-Ozono-Terapia) ha pubblicato due report in data 01/04/2020 e 09/04/2020 in cui vengono descritti i benefici dell’ozonoterapia su pazienti ricoverati presso l’Ospedale di Bergamo, con miglioramento delle condizioni cliniche nell’81,25% dei pazienti trattati. In data 08/08/2020 la stessa Società SIOOT ha pubblicato il lavoro “Oxygen Ozone (O2-O3) immunoceutical therapy for patients with COVID-19. Preliminary evidence reported”, in cui si attesta che l’uso dell’ossigeno-ozono-terapia per via endovenosa determina una significativa riduzione degli indici infiammatori ed un miglioramento soggettivo ed oggettivo dei parametri respiratori (studio eseguito su 50 pazienti ospedalizzati e disponibile on line: https://doi.org/10.1016/j.intimp.2020.106879 Received 9 May 2020; Received in revised form 4 August 2020; Accepted 4 August 2020 Available online xxx 1567-5769/© 2020).
Presso il Policlinico Umberto I, dopo approvazione del Comitato Etico in data 26/03/2020, è stato eseguito uno studio, in fase di pubblicazione, dove si evidenzia la non tossicità dell’ozonoterapia e sottolinea l’uso della stessa su un numero di pazienti più elevato per dare rilevanza clinica al lavoro svolto.
Si evidenzia, inoltre, il rapporto dell’ISS n° 56/2020 del 23/07/2020, in cui si parla dell’ozonoterapia e delle sue indicazioni di uso medico (capitolo 6); al paragrafo 6.3.1 si discute sull’uso dell’ozonoterapia nell’infezione da SARS-CoV 2 (disponibile on line).
In campo internazionale, l’ISCO3 (International Scientific Committee of Ozonetherapy), in data 13/03/2020, descrive gli effetti benefici dell’ozono-terapia nelle patologie virali. Tra i vari articoli internazionali, spicca quello pubblicato il 06/05/2020 sulla rivista Antioxidants, di Martinez-Sanchez et al., in cui si incoraggia l’uso dell’ossigeno-ozono-terapia nei pazienti affetti da COVID-19, anche per avere più dati clinici da valutare.
Da tutti i lavori, nazionali ed internazionali, emerge che l’Ossigeno-Ozono-terapia per via endovenosa, è più efficace, quanto più viene precocemente eseguita.
LO SCOPO DI QUESTO LAVORO PREVEDE UN COORDINAMENTO DIAGNOSTICO-TERAPEUTICO SUL TERRITORIO, AL FINE DI RIDURRE IN MANIERA SIGNIFICATIVA L’ACCESSO DEI PAZIENTI AFFETTI DA COVID 19 PRESSO LE STRUTTURE OSPEDALIERE E PROPORRE UN PERCORSO DEFINITO, DA FAR SEGUIRE AL SOGGETTO CON SOSPETTA INFEZIONE VIRALE IN ATTO.
Una volta eseguito il tampone, la squadra sanitaria coinvolta, potrebbe eseguire l’ossigeno-ozono-terapia endovenosa a domicilio, a scopo “ex adiuvantibus”, in maniera da ridurre la possibile carica virale. In caso di positività del tampone, il paziente sarà seguito attentamente e monitorizzato dal Medico di base stesso, che potrebbe attuare terapie di supporto e/o decidere l’ospedalizzazione; in caso di negatività, la terapia sarà sospesa.
SCOPO DEL PROTOCOLLO
– riduzione dell’espressione della sintomatologia
– somministrazione di una terapia precoce e con effetti collaterali minimi
– incremento della terapia e dell’assistenza domiciliare dei pazienti, con conseguente riduzione dell’ospedalizzazione degli stessi e contenimento dell’eventuale diffusione del virus
– contenimento dei costi diretti (terapia a basso impatto economico) ed indiretti (riduzione dei pazienti ospedalizzati)
– monitorizzazione dell’andamento epidemico, con conseguente valutazione, tramite studi scientifici e statistici, dell’efficacia della terapia de qua, effettuata su larga scala.
Questo potrebbe essere l’UNICO PROTOCOLLO TERAPEUTICO DI FACILE E PRONTA ATTUAZIONE.
- Dott. Paolo Riondino, Anestesista-Rianimatore, Dirigente Medico I Livello, ASL Roma 2, Ospedale S.Eugenio – Roma
- Dott. Fabio Araimo, Anestesista-Rianimatore, Responsabile U.O.S.D. Terapia del Dolore, Policlinico Universitario Umberto I, Roma
- Dott. Paolo Tordiglione, Anestesista-Rianimatore, Dirigente Medico I Livello, Policlinico Universitario Umberto I, Roma
- Dott. Fausto D’Agostino, Anestesista-Rianimatore, Università “Campus Bio-Medico” di Roma, Ufficio IV- Ministero della Salute
Tag:covid19, ozono, sospetto covid