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Rianimazione Cardiopolmonare: una procedura di emergenza salvavita, ne parla il Dott. D’Agostino.

 Rianimazione Cardiopolmonare: una procedura di emergenza da effettuare su una persona in arresto cardiaco, che consiste in compressioni toraciche volte a preservare la circolazione del sangue. ne parla il Dott. Fausto D’Agostino

  • Cosa si intende per rianimazione cardiopolmonare?

La rianimazione cardio-polmonare  è una procedura di emergenza che si attua in una persona che si trova in arresto cardiaco; essa combina compressioni toraciche con una ventilazione artificiale nel tentativo di preservare il circolo sanguigno.

Dobbiamo pensare che l’organismo di chi è in arresto cardiaco non è più in grado di far circolare ossigeno per mantenere in vita il cervello e il cuore stesso. Per questo ci pensiamo noi con la Rianimazione Cardiopolmonare.

  • Quante compressioni vanno fatte?

Nella forma convenzionale, bisognerebbe fare 30 compressioni a livello toracico e 2 ventilazioni, cioè due insufflazioni bocca a bocca.

Ma in questo momento, da quando c’è il Coronavirus, le società scientifiche raccomandano di evitare la ventilazione bocca a bocca, a meno che non scelgo liberamente di esercitarle a mia discrezione, come nel caso di un familiare

Se non c’è la sentiamo, effettuiamo esclusivamente le compressioni.

Per le compressioni bisogna mettere le mani sulla metà inferiore dello sterno, al centro del torace; le mani vanno messe una sopra l’altra, con le dita incrociate;  le braccia vanno tenute perpendicolari al terreno ed estese; ci posizioniamo con il busto sopra il torace della vittima.

Comprimiamo il torace in maniera veloce, al ritmo di 2 compressioni al secondo, e  profonda, senza mai interrompere le manovre e senza aver paura di spingere troppo.

Le compressioni devono avere una profondità di 5-6 cm, consentendo che il torace torni alla posizione di partenza dopo ogni compressione.

  • Come si riconosce un caso di arresto cardiaco e quali sono le prime cose da fare?

La persona che è in arresto cardiaco, non ci dice “Sono in arresto cardiaco”,  ma questo lo possiamo valutare noi, seguendo una serie di semplici passaggi .

Tutti coloro che vanno in arresto cardiaco perdono coscienza, ma dobbiamo escludere che ciò sia dovuto ad altre cause, che possono essere più o meno gravi.

In qualunque caso, è importante allertare i soccorsi.

Il soccorritore deve valutare se la persona ha ancora segni di vita e reagisce agli stimoli esterni. La valutazione dello stato di coscienza è fondamentale nella rianimazione cardiopolmonare.

Ci si avvicina e si valuta se la persona è cosciente: la si chiama a voce alta, si scuote in maniera energica, ma non traumatica, dando un pizzico delicato vicino al collo.

Se non risponde e non reagisce bisogna chiamare aiuto.

  •  Quanto deve durare la rianimazione cardiopolmonare e quali sono i rischi?

La rianimazione cardiopolmonare deve essere eseguita finchè non arriva il personale sanitario esperto, se il paziente si risveglia, per esaurimento fisico delle energie del soccorritore.

Non ci sono rischi nell’eseguire la rianimazione cardiopolmonare, ma è importante prima di intervenire con le manovre di prima soccorso assicurarsi che la scena sia sicura, per l’incolumità personale del soccorritore.

  • Perché è importante saper eseguire la rianimazione cardiopolmonare?

Si calcola che circa l’80% degli arresti cardiaci avviene nelle nostre case e nei luoghi pubblici. L’arresto cardiaco può colpire chiunque in qualsiasi momento e luogo, per questo è importante imparare le tecniche di rianimazione. Il messaggio principale che voglio trasmettere è che, di fronte ad un sospetto arresto cardiaco, i minuti sono preziosissimi, nell’attesa del soccorso avanzato degli esperti, dobbiamo intervenire noi subito, non bisogna aspettare”

Conoscere la rianimazione cardiopolmonare è cruciale e per questo mesi fa è stata emanata una legge che obbliga la formazione della rianimazione cardiopolmonare nelle scuole secondarie.

Per chi ha passato l’età della scuola, è possibile addestrarsi alla rianimazione cardiopolmonare tramite iniziative didattiche di diverse società ed associazioni.

Corsi sono diffusi sul territorio, e per fortuna stanno avendo importanza sempre più grande.

  • I defibrillatori possono salvare la vita di chi subisce un arresto cardiaco, vogliamo spiegare come sono fatti e come funzionano questi dispositivi?

Magari molti non lo sanno, ma il defibrillatore è un dispositivo medico elettronico semplice, ma servono corsi specifici per imparare ad usarlo. Il suo funzionamento si basa sulla generazione di una scarica elettrica che, tramite delle piastre che vengono applicate sul petto, sotto la clavicola destra e l’ascella sinistra, colpisce il cuore e permette il ritorno ad un’attività cardiaca normale.

Esistono tre tipologie di defibrillatore: defibrillatore manuale, semiautomatico ed automatico.

Il defibrillatore manuale, faccio solo un accenno perché viene usato dal personale sanitario negli ospedali e sulle ambulanze, è collegato ad un monitor ECG cioè elettrocardiogramma e in base al tracciato elettrocardiografico si decide se e quale scarica elettrica eventualmente trasmettere.

Il defibrillatore semiautomatico, quello che vediamo di solito nei luoghi pubblici – lo riconosciamo per la scritta DAE e un simbolo di un fulmine racchiuso in un cuore – è quello più diffuso e più sicuro, perché analizza il ritmo cardiaco e stabilisce in autonomia quale scarica elettrica impartire (e se impartirla). Per questo motivo può essere usato da chiunque, perché è semplice da usare e richiede una preparazione minima. Una volta azionato emette una voce-guida, che supporta il soccorritore e gli dice quando premere il pulsante per la scarica elettrica, dopo che ha allontanato tutti dalla scena.

Il defibrillatore automatico, invece, ormai non viene quasi più utilizzato, è quel defibrillatore capace in autonomia, una volta applicate le placche, di analizzare il ritmo cardiaco e di emettere la scarica elettrica.

  • La sua associazione organizza corsi “salvavita”, a chi sono rivolti ma soprattutto chi dovrebbe seguirli?

La mia Associazione Centro Formazione Medica si impegna per diffondere a tutti i cittadini le manovre salvavita, insegnando tramite corsi in tutta Italia, in modo semplice cosa fare in caso di emergenza e come utilizzare il defibrillatore in maniera pratica. Sono disponibili anche video sul canale Youtube del Centro, in modo che tutti possano vedere cosa fare in caso di emergenza.

Mi fa piacere raccontare un aneddoto: avevo 26 anni, fresco di laurea in medicina, ero in servizio durante una gara podistica, ho prestato soccorso a un signore colpito da un arresto cardiaco. Sono stato aiutato nella rianimazione da un ragazzo presente nel pubblico, che aveva frequentato un corso sulle manovre salvavita, e insieme a lui sono riuscito a salvare l’uomo colpito dall’arresto cardiaco.

Ed è da quell’episodio che mi sono reso conto di quanto sia importante la conoscenza delle manovre di primo soccorso per tutti i cittadini.

 

 

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