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Il Dott. D’Agostino ospite su RAI 1 nella trasmissione UnoMattina per parlare di manovre salvavita

Il Dott. Fausto D’Agostino intervistato nel programma UnoMattina Estate dalla conduttrice Greta Mauro venerdì 16 agosto.

 

Ci sono momenti in cui saper effettuare certe “manovre” può salvare una vita. Oggi è qui con noi un esperto di primo soccorso, il dottor Fausto D’Agostino, benvenuto!

Per prima cosa chiariamo un punto, oggi faremo vedere queste manovre, ma per poterle mettere in pratica è necessario prendere un attestato presso un centro che eroga corsi di primo soccorso, giusto? Dove è possibile effettuarne uno?

 

Conoscere le manovre salvavita è importante, con dei semplici gesti noi possiamo fare la differenza, possiamo salvare una vita.

Sono delle manovre che vengono insegnate attraverso dei corsi specifici e pratici.

Questi corsi sono diffusi sul territorio, e per fortuna stanno avendo importanza sempre più rilevanza, tramite iniziative didattiche di diverse società ed associazioni.

La mia Associazione Centro Formazione Medica effettua corsi in tutta Italia per diffondere a tutti i cittadini le manovre salvavita, insegnando in modo semplice e pratico cosa fare in caso di emergenza e come utilizzare il defibrillatore.

Sono disponibili anche video sul canale Youtube del Centro, in modo che tutti possano vedere cosa fare in caso di emergenza.

Nella nostra Associazione oltre al massaggio cardiaco e all’uso del defibrillatore, insegnamo anche le manovre antisoffocamento in caso di ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo sia nell’adulto che nel bambino. Situazione d’emergenza in cui è fondamentale agire tempestivamente, perché può portare ad arresto respiratorio e conseguentemente cardiaco.

 

In cosa consiste il corso, possono parteciparvi persone di tutte le età? 

Queste tecniche vengono insegnati attraverso corsi pratici specifici, con l’utilizzo di manichini sempre più realistici a grandezza naturale.

Nei nostri corsi utilizziamo simulatori  tecnologici con sistemi di feedback per controllare se le manovre sono effettuate correttamente. I manichini stessi ci danno indicazione se le manovre sono effettuate correttamente attraverso segnali luminosi.

A questi corsi possono partecipare tutti, sia personale sanitario che qualsiasi cittadino.

Conoscere le manovre di primo soccorso è cruciale e per questo qualche anno fa è stata emanata una legge che introduce l’obbligo di insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado delle manovre di primo soccorso sia per gli studenti ma anche per il personale docente ed amministrativo.

Mi fa piacere raccontare un aneddoto, mentre ero in servizio durante una gara podistica, ho prestato soccorso a un signore colpito da un arresto cardiaco. Sono stato aiutato nella rianimazione da un ragazzo presente nel pubblico, che aveva frequentato un corso sulle manovre salvavita, e insieme a lui sono riuscito a salvare il malcapitato.

Da quell’episodio, mi sono reso conto di quanto sia importante la conoscenza delle manovre di primo soccorso per tutti i cittadini.

 

Ci sono dei luoghi d’interesse pubblico dove dovrebbe sempre esserci almeno una persona con questi attestati?

 

Il 28 agosto del 2021 è entrata in vigore la legge n. 116.

Cosa dice questa legge? La legge introduce l’obbligo di defibrillatore semiautomatico (DAE) all’interno di luoghi aperti al pubblico (scuola, università, uffici, centri commerciali), presso società sportive, così come nei porti, aeroporti e stazioni ferroviarie; e in tutti i mezzi che percorrono viaggi superiori alle 2 ore senza interruzioni.

In questi luoghi è necessario avere persone addestrate al primo soccorso.

Anche se, ribadisco, è fondamentale che tutti i cittadini siano sensibili su questa tematiche e conoscano queste tecniche, perché il 70% degli arresti cardiaci si verifica nelle nostre case.

Dottore adesso però andiamo sul pratico. La prima cosa che andremo a spiegare è molto, molto importante e si tratta di una manovra antisoffocamento. Può capitare di ingerire un alimento – masticando male – e che questo rimanga nelle vie aeree non permettendoci più di respirare, cosa dobbiamo fare?

 

Se l’ostruzione è parziale, la persona riesce a parlare, dobbiamo starle vicino ed incoraggiarlo a tossire, abbassando il capo, cercando con la gravità di far fuoruscire il corpo estraneo.

Mentre quando siamo davanti ad una ostruzione totale, è fondamentale agire velocemente, in quanto se la situazione non si risolve la persona può andare in arresto cardiaco.

Il paziente che sta soffocando, quindi con un ostruzione completa,  è facilmente riconoscibile:

  • indica/si tiene il collo con entrambe le mani.
  • appare agitato;
  • non riesce né a parlare né ad emettere alcun suono;
  • spesso ha la faccia rossa;

Per risolvere questa situazione è fondamentale chiamare i soccorsi e nei bambini da 1 in su e negli adulti, utilizzare una semplice manovra:  la manovra di Heimlich.

 

  • Ci posizioniamo in piedi dietro al soggetto che sta soffocando,
  • Si ricerca l’ombelico e la parte finale dello sterno, esattamente in mezzo a questi due punti di repere, a livello dello stomaco, si trova la zona in cui deve essere applicata la compressione.
  • Si chiude la mano destra “a pugno” avendo cura di chiudere il pollice al proprio interno.
  • La compressione deve sempre essere condotta con entrambe le mani e le braccia, che cingono il ventre del paziente, alla massima forza possibile.
  • Il movimento di compressione deve essere sempre effettuato dal basso verso l’alto.
  • Continuo finchè la persona espelle l’oggetto che ha creato l’ostruzione.

Queste manovre funzionano davvero

  • Se l’ostruzione non si risolve, la persona diventa incosciente, chiediamo di nuovo aiuto e cominciamo con la rianimazione cardiopolmonmare

È possibile eseguire la manovra anche su pazienti che siano costretti su una sedia per ragioni di salute (es. patologie come la sclerosi multipla).

 

Quali sono gli errori da evitare quando si effettua questa manovra

 

  • Mai introdurre le dita alla cieca per rimuovere corpi estranei dalla bocca, il rischio è di spingere ancora più in giù l’oggetto.
  • Non scuotere con forza la persona che sta soffocando;
  • Non indurre il vomito;
  • Stiamo attenti alla nostra incolumità, perché una persona che sta soffocando è in preda al panico più totale e potremmo prendere qualche colpo nell’effettuare l’assistenza.

 

Anche i più piccoli, purtroppo è molto frequente, possono incorrere in questo tipo di problema, in questi casi la manovra di distruzione come deve essere eseguita?

 

Nel lattante, quindi parliamo fino al 12 mese di età, utilizziamo la Manovra di Mofenson

  • Ci sediamo o inginocchiamo
  • Posizioniamo il lattante a pancia in giù,
  • Afferriamo la mandibola del lattante con una mano. Le gambe del lattante potranno formare una sorta di pinza sul vostro braccio.
  • Imprimiamo 5 colpi interscapolari intensi e forti con il palmo della mano.
  • Rigiriamo il lattante in posizione supina, prendendolo per la testa con la mano impiegata per i colpi e ponendolo sull’altro braccio. Tenere la testa del lattante più in basso rispetto al tronco.
  • Procediamo con 5 compressioni toraciche, utilizzando due dita (di solito indice e medio), sullo sterno
  • Ripetere alternando 5 spinte toraciche e 5 pacche interscapolari finché l’oggetto non viene rimosso.
  • Non tentare di esplorare con il dito alla cieca per il rischio di spingere il corpo estraneo ancora più profondamente nelle vie aeree a meno che esso è visibile nella bocca e quindi si può procedere a rimuoverlo con le dita rapidamente.

Un’altra manovra salvavita fondamentale è il massaggio cardiaco… ci può mostrare come si effettua? 

 

L’arresto cardiaco può colpire chiunque in qualsiasi momento e luogo, per questo è importante imparare queste tecniche.

1° step: VALUTAZIONE DELLO STATO DI COSCIENZA

La persona che è in arresto cardiaco, non ci dice “Sono in arresto cardiaco”,  ma questo lo possiamo valutare noi, seguendo una serie di semplici passaggi .

Tutti coloro che vanno in arresto cardiaco perdono coscienza, ma dobbiamo escludere che ciò sia dovuto ad altre cause, che possono essere più o meno gravi.

In qualunque caso, è importante allertare i soccorsi.

Il soccorritore deve valutare se la persona ha ancora segni di vita e reagisce agli stimoli esterni.

Ci si avvicina e si valuta se la persona è cosciente: la si chiama a voce alta, si scuote in maniera energica, ma non traumatica, dando un pizzico delicato vicino al collo.

Se non risponde e non reagisce e bisogna chiamare aiuto.

2° step: VALUTAZIONE DEL RESPIROCHIAMATA AL SISTEMA DI EMERGENZA

Bisogna guardare se il torace e l’addome si muovono.

Per vedere se il soggetto respira, ci possiamo aiutare appoggiando una mano sul torace. Se non si osserva un sollevamento della mano sul torace, significa che il soggetto è in assenza di attività respiratoria.

A questo punto, se la persona non risponde e non respira è fondamentale allertare (o far allertare) i soccorsi chiamando il 118 o il 112.

Ricordiamoci che gli operatori del 118 o 112 sono in grado di guidarci a distanza,

Quindi anche se non ci sentiamo in grado, siamo in ansia, siamo in una situazione di stress emotivo, abbiamo fatto un corso ma ci siamo dimenticati, l’operatore del 118 che rimane al telefono con noi, ci può rassicurare e fare le operazioni  corrette.

3° step: RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE

È questo il momento in cui dobbiamo attivarci!

Dobbiamo pensare che l’organismo di quella persona non è più in grado di far circolare ossigeno per mantenere in vita il cervello e il cuore stesso. Per questo ci pensiamo noi con la Rianimazione Cardiopolmonare.

Il paziente deve stare sdraiato a pancia in su e su una superficie rigida.

Nella forma convenzionale, bisognerebbe fare 30 compressioni a livello toracico e 2 ventilazioni, cioè due insufflazioni bocca a bocca.

Ma in questo momento, da quando c’è il Coronavirus, le società scientifiche raccomandano di evitare la ventilazione bocca a bocca, a meno che non scelgo liberamente di esercitarle a mia discrezione, come nel caso di un familiare

Se non c’è la sentiamo, effettuiamo esclusivamente le compressioni.

Per le compressioni bisogna mettere le mani sulla metà inferiore dello sterno, al centro del torace; le mani vanno messe una sopra l’altra, con le dita incrociate;  le braccia vanno tenute perpendicolari al terreno ed estese; ci posizioniamo con il busto sopra il torace della vittima.

Comprimiamo il torace in maniera veloce, al ritmo di 2 compressioni al secondo, e  profonda, senza mai interrompere le manovre e senza aver paura di spingere troppo.

Le compressioni devono avere una profondità di 5-6 cm, consentendo che il torace torni alla posizione di partenza dopo ogni compressione.

A questo punto vi chiederete, “fino a quando bisogna continuare con il massaggio cardiaco?”

Si possono verificare varie condizioni:

  • Nella migliore delle ipotesi il paziente si rianima, inizia a muoversi, quindi siamo stati bravissimi e smettiamo
  • Oppure, possono arrivare gli operatori sanitari che abbiamo chiamato prima o qualcuno più esperto di noi, quindi lasciamo a loro il compito di continuare il massaggio
  • Terza eventualità, potremmo essere stanchi ed avere la possibilità di un sostituto. Infatti questa attività è faticosa, per cui, se possibile, è importante darsi il cambio frequentemente. In questo modo è più facile mantenere una migliore qualità delle compressioni toraciche.

 

In questi casi quali sono gli errori da non compiere?

 

La cosa principale da evitare è non agire!

Il messaggio principale che voglio trasmettere è che, di fronte ad un sospetto arresto cardiaco, i minuti sono preziosissimi, nell’attesa del soccorso avanzato degli esperti, dobbiamo intervenire noi subito, non bisogna aspettare.

Il tempo in cui si interviene è un fattore fondamentale che determina l’esito di vita di quella persona!

 

 

 

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