Il ruolo fondamentale della psicologia nei trattamenti di medicina estetica e chirurgia plastica
(a cura del Dott. Domenico Giuseppe Bozza, psicologo, consulente sessuologia e docente universitario)
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la salute non è la semplice assenza di malattie, ma una situazione di benessere totale, dal punto di vista fisico, mentale e sociale. (OMS, 1948)
Ci sono delle fasi nella vita di un individuo che rappresentano una drastica trasformazione, sia a livello psichico che a livello fisico. Come tutti i momenti legati ad una qualche forma di cambiamento, risulterà sempre fondamentale comprendere: 1. quale potrà essere la reazione del protagonista, 2. quale la rete sociale che attorno ad esso ruota; 3. quale capacità avrà di sostenerlo ed aiutarlo a superare eventuali difficoltà di adattamento (Bozza, 2011).
Alcune di queste fasi sono la pubertà, il menarca, l’adolescenza, così come la menopausa o, la meno nota, andropausa (E. Erikson, 1950, D. Levinson, 1978).
Sono ‘momenti storici’ della vita di un individuo, durante i quali ci si confronta non solo con le citate trasformazioni ma anche con la presenza di strumenti e risorse capaci di fare fronte (o no) ad una ridefinizione del vissuto, sia come immagine corporea che come sensazione di benessere e di equilibrio tra il desiderabile e ciò che concretamente si possiede. Nel nuovo millennio abbiamo assistito alla sempre maggiore presenza di un approccio farmacologico al sintomo, soffermandoci al suo contenimento/riduzione e ben poco ad un risalire alle cause scatenanti un malessere, specie quando questo è di tipo psicologico. Tuttavia, c’è un settore che fa registrare negli ultimi anni una maggiore sensibilità nei confronti degli aspetti mentali come assolutamente imprescindibili nel trattamento olistico, ovvero totale, del paziente.
Negli ultimi anni si sta consolidando la consapevolezza del ruolo strategicamente fondamentale della figura dello psicologo da affiancare a quella del chirurgo e del medico estetico.
L’intervento psicologico nei pazienti che fanno uso della chirurgia plastica, della medicina estetica è, infatti, molto importante sia nella selezione dei pazienti che nella qualità dei risultati percepiti dal paziente. Elemento altresì cruciale è il fatto che nei trattamenti estetici è direttamente il paziente che assume il ruolo di protagonista ed il medico specialista in medicina estetica non può prescindere da una valutazione in toto di tale richiesta. Anche della effettiva esigenza, soprattutto quando questa non riveste aspetti di funzionalità, quindi con indicazioni davanti alle quali non si può negare un intervento. La valutazione psicologica di un individuo, quindi, è imprescindibile. Sia perché un medico non può avere competenze tecniche, strumentali e psicodiagnostiche appartenenti allo psicologo, sia perché la valutazione clinica della motivazione, della consapevolezza, non ha meno importanza dei risultati ai quali si intende giungere. (Maslow, 2010)
Tecniche, strumenti e metodologia per valutare il funzionamento psicologico dei pazienti sono tantissimi: lo psicologo valuta e sceglie quale è il più idoneo strumento da utilizzare a seconda del contesto, dello scopo della valutazione e dell’età della persona in esame. Le tecniche psicodiagnostiche adottate dal clinico cambiano, ad esempio, se quest’ultimo si trova davanti a un soggetto in età evolutiva (bambini e adolescenti), oppure ad un adulto o un anziano. La psicodiagnostica valuta non solo gli aspetti psicopatologici, qualora presenti, ma tratteggia il funzionamento dell’intera struttura di personalità della persona in esame. (Fonti, 2022)
Integrare la consulenza psicologica nella medicina estetica, pertanto, è essenziale per indirizzare il benessere complessivo dei pazienti. La finalità, quindi, è quella sia di determinare la presenza di possibili controindicazioni psicologiche al trattamento che quella di accertarsi che le motivazioni del paziente siano allineate con i risultati che si possono realisticamente ottenere. Negli ultimi anni, entrando nello specifico, abbiamo potuto assistere all’introduzione di una branca della Psicologia nota proprio come “Psicologia Estetica” che è una disciplina che indaga in modo unitario il mondo della bellezza (medicina e chirurgia estetica, cosmesi, moda, estetica professionale, etc), allo scopo di integrare la dimensione razionale e pubblica della presentazione sociale con la dimensione affettiva e soggettiva con cui ogni persona esprime, attraverso abiti, cosmesi, atteggiamenti, il proprio bisogno-desiderio di felicità e di relazioni. (Polipo, 2014)
Pertanto, la certificazione psicodiagnostica, di pertinenza dello psicologo, non solo può ma deve rappresentare un passaggio sia nevralgico ma soprattutto inevitabile nel percorso che porta il paziente dallo studio medico alla sala operatoria. Una corretta anamnesi psicologica permetterà al clinico di orientare il medico verso la scelta più opportuna, valutando i rischi non solo insiti nell’intervento in sé, ma anche collaterali come possono essere quelli tipici di pazienti con disturbi d’ansia, quelli che soffrono di DAP (Disturbo da attacchi di panico), paura dell’anestesia, o in caso di pregresso PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), magari proprio per interventi precedenti che non hanno dato buon esito.
Ancora. Altrettanto importante potrà essere la valutazione allorquando si prospetta la necessità di interventi di chirurgia bariatrica (bendaggio, sleeve gastrectomy), che intervengono massivamente nella riduzione del peso corporeo ed hanno quindi grande rilevanza proprio nella riconfigurazione del vissuto corporeo. In questi casi sarà non solo auspicabile la visita psicologica con annessa certificazione, ma anche un monitoraggio in itinere e nel post-chirurgico, quando il paziente avrà davanti a sé un nuovo corpo ed una nuova prospettiva di vita. La prevenzione, ancora una volta, è importante. Soprattutto da quella condizione psicopatologica nota come ‘dismorfofobia’, ovvero da quella paura persistente, anomala ed ingiustificata delle deformità, che si caratterizza per un problema il più delle volte, a livello percettivo, esageratamente vissute come reali (DSM-5, 2013).
Non è raro riscontrare in queste persone un associato livello di ossessività per tutto ciò che è legato al cibo, con attivazione di un controllo e di un rigore davanti al quale non è possibile gestire una reazione sana e normale.
Altro settore importantissimo è quello noto all’interno di un’altra branca della Psicologia come la “Psiconcologia”. Sempre più presenti le equipe multidisciplinari che approcciano la triste tematica dei tumori, soprattutto quelli al seno che possono prevedere, a fronte di una mastectomia, un successivo intervento di impianto di protesi, che restituiscono, seppur parzialmente, un vissuto che può ripristinare in parte quella femminilità che il tumore aveva gravemente compromesso. Il simbolismo psicologico del seno, infatti, si riflette anche nell’adesione ai protocolli di cura, nella compliance del paziente e nel suo lento ma progressivo ritorno ad una vita sociale.
Non dimentichiamoci infine il non meno importante approccio chirurgico nella sessualità, in particolare nella falloplastica, nell’impianto di protesi peniene come forma di restituzione di una vita intima del paziente maschio con diagnosi di deficit erettile: la componente estetica unita a quella funzionale sono cruciali nella vita di relazione, specie con la presenza di una vita di coppia che possa tornare a vivere dinamiche emotivamente soddisfacenti.
E’ indispensabile, in conclusione, affermare con forza che occorre agire con grande sinergia tra molteplici figure professionali di area sanitaria.
Il medico di base, il chirurgo plastico, il medico estetico, il medico anestesista, l’andrologo, il ginecologo, lo psicologo, lo psicoterapeuta, l’oncologo, potranno costituire una valida equipe multidisciplinare, potenzialmente capace di soddisfare ogni più specifica necessità di competenza, tecnica, strategia e iter d’approccio.
Per fare questo, si potrà agire attraverso congressi, convegni, workshop, occasioni di confronto, anche sfruttando una pubblicizzazione capillare mediante strumenti oggigiorno maggiormente legati al mondo dei giovani (social, TV, forum, newsgroup, radio, ecc.): potremo così stabilire il giusto link tra cittadino e servizi.
Dott. Domenico Giuseppe Bozza
Psicologo e consulente sessuologia clinica, formatore Guardia di Finanza su mandato Ordine Psicologi Lazio,
membro Commissione Esami di Stato abilitazione Psicologi per Università “Sapienza” e Università “UniNettuno”.
Bibliografia
- American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders, Fifth Edition.
- Bozza D.G., (2011), Psicologia, comunicazione, coppia, sessualità, vizi. Raccolta di articoli., Unilibro Edizioni, L’Espresso
- Cuzzolaro M., Piccolo F., Speranza A.M., (2009), Anoressia, Bulimia, Obesità. Disturbi dell’alimentazione e del peso corporeo da 0 a 14 anni, Carocci Editore
- Fonti Scafidi G.M. et al. (2022), Elementi di psicodiagnostica. Aspetti teorici e tecnici della valutazione, Franco Angeli
- Erikson, E. H. (1950). Childhood and society. W W Norton & Co.
- Levinson, D. J. (1978). Seasons of a Man’s Life. New York: Random House.
- Maslow A. (2010), Motivazione e Personalità, Armando, trad. it Maslow A., Motivation and Personality, Harper & Row, Publishers,1954
- Polipo G. (2014) Psicologia dell’estetica-Istruzioni per una bellezza sostenibile. AIPE