Nota Tecnica di Aggiornamento sui cosiddetti Farmaci che intrappolano il coronavirus bloccandone la diffusione
Nota Tecnica di Aggiornamento sui cosiddetti Farmaci che intrappolano il coronavirus bloccandone la diffusione
I giornali scrivono che esistono dei nuovi farmaci che intrappolano il virus del covid-19 e ne bloccano la diffusione.
A onor del vero, questi farmaci possono essere utilizzati solo in una fase molto precoce della malattia SARS COV2/Covid-19. In una fase molto precoce significa, quando il cittadino, che ha contratto la polmonite covid-19, non ha ancora bisogno di ossigenoterapia con maschera facciale. Infatti sono esclusi dalle terapie con farmaci monoclonali, tutti i pazienti già ricoverati per malattia covid relata e tutti i pazienti covid+ che necessitano di ossigenoterapia.
I farmaci monoclonali autorizzati dal Ministero della Salute sono: il bamlanivimab (Eli Lilly), il bamlanivimab/etesevimab (Eli Lilly) e il casirivimab/imdevimab (Regeneron-Roche).
Nel Lazio dopo il via libera dell’Aifa è stato approvato il protocollo operativo per l’utilizzo e la somministrazione di queste terapie monoclonali.
Ci sono nella Regione Lazio tredici centri autorizzati ad erogare questi farmaci monoclonali, in regime di “day-hospital”.
I 13 centri autorizzati ad erogare questi farmaci monoclonali sono:
- l’Istituto nazionale di malattie infettive (INMI) Lazzaro Spallanzani,
- il Policlinico Umberto I,
- il Policlinico di Tor Vergata,
- il Policlinico Gemelli,
- il Policlinico Campus Bio-Medico;
- l’Ospedale Sant’Andrea;
- per l’Asl Roma 4 il centro di riferimento è l’ospedale San Paolo di Civitavecchia;
- per l’Asl Roma 5 il nosocomio Coniugi Bernardini di Palestrina;
- per l’Asl Roma 6 il nuovo Ospedale dei Castelli (NOC) ad Ariccia;
- l’Ospedale di Viterbo,
- l’Ospedale di Latina,
- l’Ospedale di Frosinone e l’Ospedale di Rieti.
Alcuni studi hanno documentato che alcuni farmaci monoclonali somministrati PRIMA dell’inizio dei sintomi gravi della polmonite covid-relata possono ridurre il rischio di sviluppare in forma grave la malattia da covid-19, con il conseguente ricovero in terapia sub-intensiva o in terapia intensiva.
La somministrazione di questi farmaci monoclonali è consigliata in uno di questi 13 centri Regionali, se possibile, entro i primi 3 giorni dalla positività e senza ancora l’evidenza dei sintomi che richiedano l’uso dell’ossigenoterapia. Le terapie monoclonali si debbono effettuare in uno dei 13 centri regionali autorizzati previa visita medica che accerti la presenza della malattia da Covid-19 e l’assenza di gravi segni e sintomi della malattia stessa. Il paziente non deve necessitare di ossigenoterapia.
La somministrazione del farmaco monoclonale avviene in ospedale in un tempo di 2 ore, un’ora per la somministrazione endovenosa del farmaco e l’ora successiva per osservare che non insorgano reazioni allergiche o effetti collaterali degni di ricovero ospedaliero.
Considerato che questi farmaci possono essere utilizzati solo in una fase molto precoce della malattia SARS COV2/Covid-19, quando i pazienti sono positivi al covid-19, ma sono ancora senza sintomi o con pochi e lievi sintomi della malattia, i cittadini covid+ possono recarsi con mezzo proprio in uno dei 13 centri regionali autorizzati, indossando idonei dispositivi di protezione individuale e mantenendo le distanze previste.
Se il cittadino non ha mezzo proprio, o è impossibilitato a raggiungere il centro regionale autorizzato, deve rivolgersi al proprio Distretto ASL di competenza, che si farà carico dell’organizzazione del trasporto del paziente.
Prof. Felice Eugenio Agrò
Direttore Area Intensiva del Campus Covid Center del Policlinico Campus Bio-Medico di Roma.