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Il Dott. D’Agostino su RAI1 per parlare del defibrillatore

Ultimo appuntamento del nostro corso di primo soccorso estivo, oggi vi parleremo di uno strumento salvavita fondamentale: il defibrillatore. È tornato a trovarci il dottor Fausto D’Agostino, anestesista rianimatore e Istruttore di primo soccorso benvenuto!

Buongiorno a tutti.

 Per prima cosa vogliamo spiegare come funzionano questi dispositivi?

 Dò solo un dato prima di spiegare l’utilizzo:

Ogni anno in Italia muoiono circa 60.000 persone per arresto cardiaco, uno ogni 1.000 abitanti, la probabilità di sopravvivenza ad un arresto cardiaco è del 2%, probabilità che potrebbe salire fino al 75% grazie ad una distribuzione capillare sul territorio di defibrillatori ed una maggiore preparazione sulle manovre di primo soccorso.

Cos’è il defibrillatore? È un dispositivo medico elettronico semplice, ma servono corsi specifici per imparare ad usarlo.

Il suo funzionamento si basa sulla generazione di una scarica elettrica che, tramite delle piastre che vengono applicate sul petto, sotto la clavicola destra e l’ascella sinistra, colpisce il cuore e permette il ritorno ad un’attività cardiaca normale.

Come funziona? Appena arriva il defibrillatore lo accendo, seguo la voce guida, applico le placche al torace ed è il defibrillatore che mi dà, se c’è la necessità, l’indicazione a scaricare.

Esistono diversi tipi di defibrillatori: automatici, semi automatici, manuali, che differenze ci sono?

 I defibrillatori automatici e semiautomatici, sono quelli che vediamo di solito nei luoghi pubblici, li riconosciamo per la scritta DAE e un simbolo di un fulmine racchiuso in un cuore.

Analizzano il ritmo cardiaco e stabiliscono in autonomia se impartire la scarica elettrica, per questo motivo possono essere usati da chiunque, perché sono semplici da usare e richiedono una preparazione minima.

Il defibrillatore automatico è quel defibrillatore capace in autonomia, una volta applicate le placche, di analizzare il ritmo cardiaco e di emettere la scarica elettrica. Bisogna stare attenti perché emette subito la scarica.

Il semiautomatico, invece, è quello più diffuso, una volta azionato emette una voce-guida, che supporta il soccorritore e gli dice quando premere il pulsante per la scarica elettrica, dopo che ha allontanato tutti dalla scena.

Il defibrillatore manuale, faccio solo un accenno perché viene usato dal personale sanitario negli ospedali e sulle ambulanze, è collegato ad un monitor ECG cioè elettrocardiogramma e in base al tracciato elettrocardiografico si decide se e quale scarica elettrica eventualmente trasmettere.

Per legge ci sono dei posti in cui dovrebbe sempre essere presente il defibrillatore? Quali sono?

 Il 28 agosto del 2021 è entrata in vigore la legge n. 116.

Cosa dice questa legge? La legge introduce l’obbligo di defibrillatore semiautomatico (DAE) all’interno di luoghi aperti al pubblico (scuola, università, uffici, centri commerciali), presso società sportive, così come nei porti, aeroporti e stazioni ferroviarie; e in tutti i mezzi che percorrono viaggi superiori alle 2 ore senza interruzioni.

Ricordo anche che nei luoghi pubblici, i DAE devono essere collocati, dove possibile, in teche accessibili al pubblico 24 ore su 24 e la posizione deve essere indicata da segnaletica, in modo che il dispositivo sia ben visibile e identificabile.

Arresto cardiaco e infarto vengono molto spesso confusi o utilizzati come sinonimi, abbiamo detto che i defibrillatori sono fondamentali in caso di arresto cardiaco, ma se la persona che abbiamo davanti ha un infarto? In questo caso qual è il modo migliore di agire?

 L’infarto e l’arresto cardiaco sono eventi diversi, e spiego subito la differenza.

In caso di arresto cardiaco il cuore smette di battere e di pompare sangue nell’organismo e la persona è incosciente, quindi dobbiamo praticare subito il massaggio cardiaco ed usare il defibrillatore.

Mentre, durante un infarto, il cuore continua a battere, la persona è generalmente cosciente, ma il sangue non raggiunge il cuore perché ci sono uno o più vasi sanguigni occlusi. Si verifica quando una coronaria si ostruisce totalmente o parzialmente, a causa della formazione di un trombo o di un coagulo al suo interno.

L’infarto può presentarsi con sintomi differenti: il sintomo più comune è sicuramente il dolore al torace avvertito come un peso sul petto, spesso irradiato al collo, alla mandibola, al braccio sinistro. Altri sintomi frequenti sono forte malessere, sudorazione fredda, nausea, vomito e pallore.

Davanti a un paziente con questi sintomi non si usa il defibrillatore, ma è fondamentale chiamare il 118.

Di fronte a un ritardo di anche solo 10 minuti, si contano 3 morti in più su 100 persone.

E’ importante dire che l’infarto può essere curato solo ed esclusivamente in ospedale, in maniera tempestiva, in modo da evitare che il soggetto vada in arresto cardiaco.

Cerchiamo di capire a questo punto come si usa il defibrillatore. Per prima cosa per imparare bisogna frequentare un corso specifico…

 Il defibrillatore è un dispositivo elettronico che può essere utilizzato da tutti, tramite corsi pratici specifici si impara ad utilizzarlo.

In questi corsi viene insegnato come si usa su manichini attraverso dei defibrillatori trainer – giocattolo. In questo modo ci può addestrare in sicurezza senza la paura di prendere una scarica elettrica.

Ovviamente oltre all’uso del defibrillatore questi corsi insegnano anche come effettuare la rianimazione cardiopolmonare, quindi il massaggio cardiaco.

Quali sono le precauzioni da tenere presenti per un corretto uso dei defibrillatori?

 Beh, intanto rassicuriamo tutti dicendo che se si utilizza il defibrillatore automatico o semiautomatico questi non erogano uno shock al cuore del paziente se il dispositivo non lo ritiene necessario.

Quando si utilizza un defibrillatore bisogna rispettare alcune norme: il soccorritore deve fare allontanare tutti dalla scena, e porre particolare attenzione affinché nessuno tocchi il paziente prima e durante l’erogazione dello shock, perché altrimenti la scarica potrebbe arrivare alle persone.

Se l’acqua ricopre il torace, asciugarlo velocemente prima di posizionare le placche, in quanto potrebbe verificarsi una dispersione di corrente elettrica e le placche non aderiscono correttamente sul torace.

 I defibrillatori possono essere utilizzati su tutti i pazienti o ci sono delle eccezioni?

 Il defibrillatore può essere usato su chiunque ne abbia necessità, indipendentemente da età, patologie, sindromi e stati fisici.

Nei bambini al di sotto di 1 anno è preferibile l’utilizzo di un defibrillatore manuale da parte di personale sanitario qualificato.

Sulla donna in gravidanza in stato di incoscienza la defibrillazione deve essere fatta. Non ci sono ragioni per non farlo.

Basti pensare che se non si usa il defibrillatore o si tarda troppo per paura di provocare danni al bambino, si rischia di peggiorare le condizioni della madre, e quindi del bambino stesso.

Nei pazienti portatori di dispositivi medici come pacemaker, defibrillatore cardiaco impiantabile, si consiglia di posizionare le placche sul torace a circa 10 cm dal dispositivo, per evitare interferenze nell’analisi del ritmo.

 È vero che la persona da soccorrere deve essere posizionata lontano da oggetti metallici? 

 Non ci sono evidenze scientifiche a riguardo. Se ci sono oggetti metallici, sicuramente vanno spostati per applicare le placche sul torace.

Ricordiamoci sempre che prima di tutto, per evitare che possa succedere qualcosa di grave anche al soccorritore, bisogna valutare che il luogo in cui si trova la vittima sia sicuro.

Quindi non si intervenire quando le condizioni ambientali possono essere pericolose, ad esempio nei casi di incendio, oppure sull’autostrada, e in tutte quelle situazioni in cui è fondamentale prima l’intervento dei vigili del fuoco o delle forze dell’ordine.

È vero che le placche devono essere sostituite periodicamente?

 Le placche si deteriorano perché il gel di cui sono costituite tende, con il trascorrere del tempo, a seccarsi progressivamente, non permettendo l’adesione sul torace e quindi hanno una scadenza che è riportata sulla confezione.

Come ad ogni dispositivo anche le batterie non sono eterne, quindi placche e batterie vanno periodicamente sostituite.

È importante pianificare la sostituzione delle parti consumabili entro l’approssimarsi della data di scadenza.

Passiamo allora all’atto pratico. Vediamo come si usa un defibrillatore…

 Una volta capito che la vittima è in arresto cardiaco, nella chiamata ai soccorsi è importante anche richiedere un defibrillatore.

Noi per salvare la vita abbiamo due modi che devono essere utilizzati insieme per aumentare le chance di sopravvivenza:  il massaggio cardiaco e il defibrillatore.

Il defibrillatore quindi è una componente aggiuntiva alle compressioni, non le sostituisce.

Vediamo come funziona un defibrillatore semiautomatico passo dopo passo, con un defibrillatore trainer, un giocattolo che serve per l’addestramento su questo dispositivo.

  • Appena arriva il dispositivo, apro la scatola e l’accendo; seguo le indicazioni vocali e visive che mi indica;
  • Applico una piastra sotto la clavicola destra ed una sotto l’ascella sinistra come indicato chiaramente su ognuna di loro, mentre si continua a massaggiare
  • Connetto le placche al dispositivo, la maggior parte dei defibrillatori hanno le placche già collegate;
  • Non tocco più la persona in arresto, perché il defibrillatore analizza il ritmo per l’eventuale scarica elettrica;
  • Controllo che nessuno stia a contatto con la persona ed erogo la scarica quando sento il segnale sonoro e quando si illumina il pulsante specifico.

Appena defibrillato, se la persona non è rianimata, si devono riprendere le compressioni toraciche.

Ci si può dare il cambio, perché l’attività è faticosa e darsi il cambio frequentemente può migliorare la qualità della rianimazione cardiopolmonare.

Ogni 2 minuti, il defibrillatore mi richiede di ripetere tutta la sequenza.

Eseguo il tutto finché non arriva il soccorso avanzato.

 

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